CATEGORIA CADETTE E CADETTI (14-15 Anni)
In questa, come nelle Categorie successive, il giovane Atleta viene chiamato a fare un salto di qualitá che sará poi il passaporto per la partecipazione ai Campionati Italiani su Pista. Da questa Categoria in poi infatti si potrá accedere ai Campionati Italiani ma per riuscire in questo, bisogna superare i limiti prestativi minimi imposti dalla Federazione nelle date specialitá. Il cosiddetto minimo A diviene un elemento qualificante per l’Atleta, senza il quale la sua carriera agonistica resterá probabilmente confinata a livello Provinciale e Regionale o comunque a quelle poche competizioni in ambito Nazionale dove la partecipazione non richiede alcun minimo, oppure ancora, confinata al semplice, ma non per questo meno importante, benessere fisico.
L’ottenimento del minimo A richiede pertanto nel giovane Atleta un impegno psicologico oltre che fisico perché il non riuscire nell’impresa di conseguire il minimo, significa accettare il fatto che il fisico che lo ha accompagnato in tante gare nelle precedenti Categorie, potrebbe non risultare sufficientemente idoneo a dargli quel qualcosa in piú che gli permette di disputare un Campionato Italiano e a giocarsela in un contesto piú ampio e indubbiamente piú qualificante. Oltre al minimo A esiste anche il minimo B che peró viene utilizzato solo per i criteri di scelta delle rappresentative Regionali. Il minimo B é alla portata della maggior parte degli Atleti che fanno atletica con un certo interesse ma non consente la partecipazione ai Campionati Italiani se non che con le rappresentative o nelle poche manifestazioni dove il minimo A non é richiesto. minimo A invece é appannaggio di pochi atleti, proprio perché basato su criteri di selezione statistici imposti dalla Federazione allo scopo di elevarne la qualitá atletica e prestativa in ambito Nazionale e Internazionale.
Allargare la fascia di partecipazione ai Campionati Italiani farebbe lievitare i costi logistici dei rispettivi Campionati, tuttavia permetterebbe di dare un po di motivazione in piú ai giovani che praticano questo Sport e soprattutto permetterebbero di vedere qualche giovane in piú in pista. Allargare la fascia prestativa per accedere ai Campionati Italiani non migliorerebbe comunque la selezione dei talenti in campo Internazionale, permetterebbe peró a piú giovani comunque di provare a continuare a fare atletica probabilmente anche oltre la Categoria Cadetti e quindi con una migliore ricaduta nel constesto del benessere fisico sociale a lunga scadenza.
Tuttavia, l’Abbandono Precoce per non aver ottenuto il minimo A in questa Categoria comincia ad essere abbastanza evidente e spesso si accompagna al fatto che il giovane Atleta comincia a porsi delle domande sull’opportunitá di continuare a fare Atletica a livello agonistico, a fronte di una fetta comunque di tempo importante da dedicare agli allenamenti.
Questa importante tappa dell’Atletica Giovanile, viene vissuta dai giovani Atleti durante il periodo adolescenziale. E questo complica non di poco il ruolo dell’Allenatore. Oltre alla difficoltá intrinseca di allenare, l’Allenatore deve fronteggiare anche questo aspetto che si ripecuote sull’aspetto cognitivo e quindi anche atletico, del giovane Atleta. Ribellione, presa di posizione, poco ascolto, il fare di testa propria, minano a volte cio che si é sapientemente costruito con passione e attenzione negli anni nelle precedenti Categorie.
Talvolta l’Atleta in questa Categoria o anche nelle successive, decide di cambiare l’Allenatore pensando questa sia un’alternativa alla sua voglia di governare tutte le situazioni che in qualche modo lo condizionano, ivi inclusa la tipologia degli allenamenti proposti. In questa ’etá l’Atleta desidera confrontarsi in maniera critica con il mondo che lo circonda, talvolta é proprio il mondo che lo circonda che offre spunti di distrazioni e alternative che, causa una magari scarsa o presunta conoscenza delle proprie abilitá motorie, lo portano alla ricerca di risultati migliori in altre realtá o ancora peggio, alla ricerca di stili di vita che lo allontanano dagli allenamenti. In questa Categoria e a maggior ragione nelle Categorie successive, gli allenamenti settimanali sono qua si quotidiani. Tre, quattro e talvolta cinque allenamenti a settimana sono il minimo per poter sperare di fare bene. E gli impegni scolastici in questo delicato equilibrio tra distrazioni e costanza nell’impegno, di certo non aiutano i giovani Atleti a focalizzarsi sugli obiettivi agonistici.
Talvolta sono proprio gli impegni scolastici che limitano o minano la carriera agonistica di potenziali brillanti giovani Atleti che non riescono magari a gestire al meglio Sport e Scuola, diventando questo un ulteriore aspetto che alimenta lo spettro dell’Abbandono Precoce.
Talvolta si assiste a casi di Atleti che pur non avendo conseguito un minimo continuano comunque in ambito Provinciale o Regionale a fare attivitá di Atletica Leggera, dedicando agli allenamenti quel po di tempo minimo che gli permette loro di conciliare le esigenze quotidiane con lo Sport e di mantenersi comunque in forma, di stare all’aria aperta e di fare attivitá senza subire magari lo stress agonistico intrinseco alla competizione.
Ancora una volta, Multilateralitá e Polivalenza sono concetti fondamentali quando si parla di attività sportiva giovanile, che possono essere integrati con successo anche nella programmazione delle attività di Atleti più maturi, come appunto in questa Categoria. Anche in questa Categoria, infatti, dove gli allenamenti cominciano ad essere piú focalizzati e intensi verso l’aspetto agonistico, l’introduzione di esercizi mirati alla Polivalenza arricchiscono la seduta di allenamento, alleviandone talvolta la ripetitivitá, intrinseca in alcuni tipi di allenamenti.
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